giovedì 2 settembre 2010

Napolitano: "L'Interim? Passerò voce..." Poi l'appello: "Serve politica industriale"



Da Mestre, il capo dello Stato richiama l'attenzione sui temi dell'occupazione e dell'industria, Ai giovani fuori dal mondo del lavoro "dobbiamo dare risposte". E alla domanda di un cronista sulla necessità di un nuovo ministro dello Sviluppo Economico, il presidente risponde con una battuta: "Lei crede?". Sul federalismo: "Garanzia di rinnovata unità nazionale". "Ruolo dell'opposizione necessario, con senso di responsabilità"

VENEZIA -"E' venuto il momento che l'Italia si dia una seria politica industriale nel quadro europeo, secondo le grandi coordinate dell'integrazione europea. Ne abbiamo bisogno per l'occupazione e per i giovani, che oggi sono per noi il motivo principale di preoccupazione". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che da Venezia si è spostato a Mestre per l'intitolazione di una piazzetta a Gianni Pellicani, politico e amministratore veneziano morto nel 2006. In giornata il capo dello Stato farà ritorno a Roma. Il riferimento alla necessità di una seria politica industriale è uno dei punti centrali del discorso tenuto da Napolitano, che nell'occasione ha offerto riflessioni sul passaggio al federalismo in un un quadro di "rinnovata unità nazionale".

"Lavoro, dare risposte ai giovani"
. "Attorno alla questione dell'occupazione giovanile si stringono i nodi dell'economia - ha detto il presidente, proseguendo nella sua analisi -. C'è una nuova categoria di giovani che non sono impegnati nè in processi formativi, nè lavorativi, nè in processi di addestramento al lavoro. Noi dobbiamo dare delle risposte su tutti questi terreni tenendo conto dei limiti stretti in cui si muove l'azione pubblica e tenendo conto delle risorse nel bilancio dello Stato, punto ineludibile per governo e opposizione".

"Serve un ministro? Passo la voce"
. Il richiamo di Napolitano suona anche come il sottinteso invito a Berlusconi a ridare un titolare al dicastero dello Sviluppo Economico, vacante da quando Scajola ha dato le dimissioni - per la vicenda dell'appartamento al Colosseo pagato dall'imprenditore Anemone - e da allora coperto ad interim dallo stesso presidente del Consiglio. Così, alla domanda di un cronista ("Allora ci vuole un ministro?"), il presidente della Repubblica risponde con una battuta: "Lei crede? Va bene, allora passo la voce...".

"Federalismo, garanzia di unità nazionale". Napolitano non vede un pericolo per l'unità nazionale dalle spinte autonomiste e dal passaggio al federalismo. Per il capo dello Stato, l'evoluzione del sistema amministrativo in senso federalista è invece garanzia di una rinnovata unità nazionale. "Il profilo di amministratore - ha spiegato Napolitano, avendo al fianco il governatore del Veneto Luca Zaia - non è un profilo minore rispetto a quello del parlamentare e del politico e anche a quello dei governatori delle regioni. Si tratta di una visione evolutiva dello stato democratico italiano che nacque ferocemente accentrato e che sta ora assumendo sempre più le caratteristiche di Stato delle autonomie, che lega strettamente unità e indivisibilità della Repubblica al profilo autonomistico". Napolitano ha concluso il suo ragionamento lanciando un monito: "L'Italia faccia la sua parte in Europa, dia prova di coesione".

"Necessario confronto tra posizioni diverse". Napolitano ha quindi accennato anche all'importanza del ruolo dell'opposizione nella vita politica del Paese, partendo proprio dall'esempio di Pellicani, a cui oggi è stata intitolata una piazza di Mestre. "Fu sempre uomo di opposizione - dice Napolitano, grande amico del politico scomparso - e sempre si fece carico delle responsabilità di governo del Paese, non solo in senso amministrativo, ma anche come parlamentare, non dimenticando il confronto su posizioni diverse". E proprio sul ruolo dell'opposizione, Napolitano sottolinea: "E' necessario mettere a confronto posizioni diverse con lo stesso senso di responsabilità e unità nazionale per il futuro del Paese e delle giovani generazioni"