mercoledì 27 ottobre 2010

Fiat/ La Marcegaglia: "Marchionne ha posto problemi veri"


Martedí 26.10.2010 15:30
"Fiat, la famiglia, John Elkann e Marchionne non hanno affatto detto che intendono lasciare l'Italia. Se un imprenditore decide di lasciare, chiude gli stabilimenti e basta, non va in televisione". Cosi' la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sulle polemiche seguite alle dichiarazioni dell'amministratore delegato di Fiat.
"A me e' sembrato che l'appello di Marchionne - prosegue Marcegaglia - sia a guardare i problemi dell'Italia, i problemi di produttivita' e competitivita', di cui noi spesso parliamo da molto tempo. Mi e' sembrato quindi piu' un appello a cercare di risolvere i problemi italiani, che sono effettivi e non riguardano solo Fiat ma tutte le imprese italiane".
Marcegaglia aggiunge anche un appello alla politica: "Questo non deve diventare motivo di scontro e divisione politica - spiega - ma invece dovrebbe diventare motivo per unire le forze e affrontare questi temi della produttivita', dalla ricerca e innovazione alle infrastrutture, alle relazioni sindacali sulle quali stiamo cercando di lavorare".
"La contrapposizione continua non risolve. La Fiom, che e' un grande sindacato, deve rendersi conto che siamo in un mondo diverso da quello del passato", aggiunge poi la presidente di Confindustria. "D'altra parte - prosegue - il nostro richiamo a sedersi ad un tavolo, anche con Fiom, e' una richiesta che facciamo continuamente. In altre aziende la Fiom sta venendo incontro a queste esigenze. E' importante che lo faccia anche con il primo gruppo industriale del Paese".
Di diverso parere il governatore della Puglia, Nichi Vendola. "Osserviamo che il fenomeno Marchionne diventa vittima della propria stessa audacia intellettuale. Le cose che ha detto sono venate da una specie di insensibilita' nei confronti della Patria. Insomma, Marchionne ha usato tono e argomenti spocchiosi, redarguito da tante parte della classe politica, tranne che dal circolo dei berluscones", ha detto il leader di Sel.
Più duro il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. ''Cosa sarebbe successo in Germania se l'amministratore delegato di un grande gruppo avesse parlato in televisione e non davanti al suo comitato di sorveglianza? In Germania lo avrebbero cacciato''. ''Non so - ha detto Epifani, tornando sull'intervento dell'Ad di Fiat a 'Che tempo che fa' - perche' Marchionne e' andato in Tv, a chi parla, alle sue controparti naturali o ai cittadini'? E se parla ai cittadini, la vertenza Fiat si risolve piu' facilmente o piu' difficilmente? La ricomposizione di un tavolo con la Fiom e' piu' facile o piu' difficile dopo questa esposizione mediatica? Avete mai visto - ha chiesto il leader della Cgil - una vertenza che si fa in televisione o sui giornali senza che ai tavoli preposti succeda qualcosa? E' questa assunzione di responsabilita', ci si puo' limitare ad andare in Tv? Si possono trattare cosi' le rappresentanze sindacali?''.
Secondo Epifani, ''quando Marchionne dice quel che dice non dice il falso, ma scambia la causa con gli effetti''. Infatti, ha rilevato, ''il problema non sono gli orari di lavoro, ma far crescere la qualita' di quel che la Fiat produce. Se ha 22 mila lavoratori in cassa integrazione non puo' chiudere con utili e se sono in Cig e' perche' non si vendono i suoi modelli sul mercato di oggi''.