domenica 31 ottobre 2010

Interventi riabilitativi e/o trattamento logopedico

Interventi riabilitativi e/o trattamento logopedico

Chi si occupa del bambino/ragazzo dislessico deve effettuare una "presa in carico", un processo cioè integrato e continuativo con cui si garantisce una coordinazione di interventi che favoriscono la riduzione del disturbo, l'inserimento scolastico, sociale e lavorativo e il più completo sviluppo delle potenzialità dei singoli individui.
Dopo la diagnosi, fatta da un centro specializzato (o anche da una qualunque ASL), si può intervenire con programmi riabilitativi, fatti presso i centri stessi che hanno diagnosticato il disturbo, o presso centri riabilitativi adeguati, tramite software riabilitativi e/o trattamenti logopedici.
Recentemente in Italia si stanno accumulando dati relativi all'efficacia dei trattamenti abilitativi dando indicazioni nella pratica clinica .
Si ritiene che i criteri per stabilire un miglioramento siano:
a)autonomia raggiunta nella lettura
b)autovalutazione positiva della propria abilità di lettura
c)giudizio di miglioramento da parte dell'insegnante
Inoltre:
1)i trattamenti più efficaci sono quelli che utilizzano procedure informatizzate per automatizzare il processo di riconoscimento lessicale e sublessicale;
2)il trattamento abilitativo raggiunge risultati migliori nella correttezza rispetto alla velocità, riducendo il numero di errori di almeno il 50%. Nella velocità di lettura (sillabe lette al secondo) si riscontra, in quattro mesi, un miglioramento pari a quello atteso per evoluzione naturale in un anno;
3)il trattamento abilitativo permette un miglioramento sia con sedute ambulatoriali sia con attività domiciliari supervisionate da un professionista;
4)il livello di miglioramento non dipende dal livello di gravità iniziale; ogni ciclo di trattamento ottiene in media un cambiamento simile;
5)dai dati finora raccolti non si evidenzia nessuna differenza negli esiti tra alunni con e senza comorbidità ;
6)nel periodo di non trattamento, l'evoluzione spontanea è quasi nulla, ma non c'è regressione;
7)il trattamento abilitativo ha effetto dalla terza elementare alla terza media

Dislessici adulti

Dislessici adulti

Ci sono ancora pochi studi sull'evoluzione del disturbo dislessico in età adulta.
A livello internazionale ci sono studi che dimostrano che il disturbo permane nella lettura, nella scrittura, ma anche nelle prove linguistiche e di analisi metafonologica. Studi su dislessici italiani adulti evidenziano un miglioramento nella correttezza della lettura, mentre permane una difficoltà nei tempi di lettura, dove il dislessico adulto necessita di tempo aggiuntivo rispetto al normolettore. I cambiamenti osservati in velocità ed accuratezza dipendono però dal livello di gravità iniziale.
Gli strumenti dispensativi e compensativi sono misure necessarie per gli esami di Stato, accesso all'Università, patente di guida

DISDLESSIA: Cosa devono fare gli insegnanti

Cosa devono fare gli insegnanti

L'insegnante deve:
- riconoscere e accogliere realmente la "diversità";
- parlare alla classe e non nascondere il problema;
- spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento;
- collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema;
- comunicare con i genitori

Le cose da non fare:
- far leggere il bambino a voce alta
- ridicolizzarlo
- correggere tutti gli errori nei testi scritti
- dare liste di parole da imparare
- farlo copiare dalla lavagna
- farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato
- paragonarlo ad altri

DISDLESSIA: Cosa devono fare i genitori

Cosa devono fare i genitori

I genitori devono:
- informarsi sul problema
- cercare una appropriata valutazione diagnostica
- discutere del problema con gli insegnanti
- aiutare il bambino nelle attività scolastiche (leggere ad alta voce)
- utilizzare strumenti alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video, computer)
 

DISLESSIA : Cosa fare dopo la diagnosi

Cosa fare dopo la diagnosi

Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico, della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità.
Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi sono:
- il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa specificando anche gli aspetti psicologici secondari (demotivazione, bassa autostima, ) e redigere un referto scritto
- indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi
- comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e contattare il referente scolastico per la dislessia
- programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno)
- la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il recupero del dislessico è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici resta il problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il clima familiare , riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante, al fine di ridurre l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima e la motivazione.
- se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia logopedica o una terapia neuropsicologica
- nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca gli scopi della lettura a seconda del materiale da studiare al fine di incrementare la consapevolezza dei processi che intervengono nella lettura
- l'ambiente, soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé
I ragazzi dislessici possono imparare anche se in maniera un po' diversa dagli altri.

DISLESSIA : Come si affronta

Come si affronta

Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica.
La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni.
Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva.
Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.
I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano.

DISLESSIA: Come si riconosce

Come si riconosce

Già nella scuola dell'infanzia bambini che presentano uno sviluppo linguistico (sia in produzione e/o comprensione) atipico, come parole storpiate, scarso vocabolario, dovrebbero consultare il pediatra che nel bilancio di salute annuale deve monitorare le situazioni a rischio valutando anche l'anamnesi familiare (presenza di disturbo specifico del linguaggio, dislessia) ed inviando il bambino alle strutture competenti.
Se al termine del primo anno della scuola primaria di primo grado il bambino presenta una delle seguenti caratteristiche:
1)difficoltà nell'associazione grafema-fonema e/o fonema grafema;
2)mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura
3)eccessiva lentezza nella lettura e scrittura
4)incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile
è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi ad uno specialista (neuropsichiatra, psicologo) per avere una diagnosi; l'Associazione Italiana Dislessia offre al riguardo una consulenza gratuita indicando i Centri competenti a cui riferirsi a seconda della Regione.

DISLESSIA : Come si manifesta

Come si manifesta

Si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. La Consensus Conference ha ribadito l'importanza di promuovere la ricerca per identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da quello di decodifica (correttezza e rapidità).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni;lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.
Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente.
Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l'adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana

Cos'è la dislessia

La Dislessia: introduzione

La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA.

La principale caratteristica di questa categoria è le sue specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Tale disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica che caratterizza i DSA (disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato).
La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.
Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi il 3-4% della popolazione scolastica (fascia della Scuola Primaria e Ssecondaria di primo grado). La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La dislessa si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbidità); questo fatto determina la marcata eterogeneità dei profili e l'espressività con cui i DSA si manifestano, e che comporta significative ricadute sulle indagini diagnostiche. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e,di solito,vivaci e creativi.

Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (10G0192)


Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170
Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento
in ambito scolastico. (10G0192)
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno
approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
promulga
la seguente legge:
Art. 1
Riconoscimento e definizione di dislessia,
disgrafia, disortografia e discalculia
1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la
disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di
apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in
presenza di capacita' cognitive adeguate, in assenza di patologie
neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una
limitazione importante per alcune attivita' della vita quotidiana.
2. Ai fini della presente legge, si intende per dislessia un
disturbo specifico che si manifesta con una difficolta' nell'imparare
a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici,
ovvero nella correttezza e nella rapidita' della lettura.
3. Ai fini della presente legge, si intende per disgrafia un
disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficolta' nella
realizzazione grafica.
4. Ai fini della presente legge, si intende per disortografia un
disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficolta' nei
processi linguistici di transcodifica.
5. Ai fini della presente legge, si intende per discalculia un
disturbo specifico che si manifesta con una difficolta' negli
automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri.
6. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia
possono sussistere separatamente o insieme.
7. Nell'interpretazione delle definizioni di cui ai commi da 2 a 5,
si tiene conto dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche in
materia.
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle
disposizioni sulle promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
modificate o alle quali e' operante il rinvio. Restano
invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi
qui trascritti.
Art. 2
Finalita'
1. La presente legge persegue, per le persone con DSA, le seguenti
finalita':
a) garantire il diritto all'istruzione;
b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure
didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e
promuovere lo sviluppo delle potenzialita';
c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle
necessita' formative degli studenti;
e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei
confronti delle problematiche legate ai DSA;
f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici
riabilitativi;
g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra
famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione
e di formazione;
h) assicurare eguali opportunita' di sviluppo delle capacita' in
ambito sociale e professionale.
Art. 3
Diagnosi
1. La diagnosi dei DSA e' effettuata nell'ambito dei trattamenti
specialistici gia' assicurati dal Servizio sanitario nazionale a
legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla scuola di
appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia
possibile effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti
specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono
prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia
effettuata da specialisti o strutture accreditate.
2. Per gli studenti che, nonostante adeguate attivita' di recupero
didattico mirato, presentano persistenti difficolta', la scuola
trasmette apposita comunicazione alla famiglia.
3. E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le
scuole dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle
famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i
casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli
regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attivita'
non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.
Art. 4
Formazione nella scuola
1. Per gli anni 2010 e 2011, nell'ambito dei programmi di
formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni
ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, e' assicurata
un'adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA,
finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente
i segnali e la conseguente capacita' di applicare strategie
didattiche, metodologiche e valutative adeguate.
2. Per le finalita' di cui al comma 1 e' autorizzata una spesa pari
a un milione di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011. Al relativo
onere si provvede mediante corrispondente utilizzo del Fondo di
riserva per le autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di
natura corrente iscritto nello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze, come determinato, dalla Tabella C
allegata alla legge 23 dicembre 2009, n. 191.
Note all'art. 4:
- La legge 23 dicembre 2009, n. 191, (Disposizioni per
la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato - legge finanziaria 2010) e' stata pubblicata nel
supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30
dicembre 2009.
Art. 5
Misure educative e didattiche di supporto
1. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di
appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilita'
didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli
studi universitari.
2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, a valere sulle
risorse specifiche e disponibili a legislazione vigente iscritte
nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca, garantiscono:
a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata,
con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano
conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il
bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa
adeguate;
b) l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi
di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonche'
misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini
della qualita' dei concetti da apprendere;
c) per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di
strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che
assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove
risulti utile, la possibilita' dell'esonero.
3. Le misure di cui al comma 2 devono essere sottoposte
periodicamente a monitoraggio per valutarne l'efficacia e il
raggiungimento degli obiettivi.
4. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di
istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme
di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di
Stato e di ammissione all'universita' nonche' gli esami universitari.
Art. 6
Misure per i familiari
1. I familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo
dell'istruzione con DSA impegnati nell'assistenza alle attivita'
scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di orari di lavoro
flessibili.
2. Le modalita' di esercizio del diritto di cui al comma 1 sono
determinate dai contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti
interessati e non devono comportare nuovi o maggiori oneri a carico
della finanza pubblica.
Art. 7
Disposizioni di attuazione
1. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e
della ricerca, di concerto con il Ministro della salute, previa
intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato,
le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, si
provvede, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della
presente legge, ad emanare linee guida per la predisposizione di
protocolli regionali, da stipulare entro i successivi sei mesi, per
le attivita' di identificazione precoce di cui all'articolo 3, comma
3.
2. Il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca,
entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente
legge, con proprio decreto, individua le modalita' di formazione dei
docenti e dei dirigenti di cui all'articolo 4, le misure educative e
didattiche di supporto di cui all'articolo 5, comma 2, nonche' le
forme di verifica e di valutazione finalizzate ad attuare quanto
previsto dall'articolo 5, comma 4.
3. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e
della ricerca, da adottare entro due mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge, e' istituito presso il Ministero
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca un Comitato
tecnico-scientifico, composto da esperti di comprovata competenza sui
DSA. Il Comitato ha compiti istruttori in ordine alle funzioni che la
presente legge attribuisce al Ministero dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca. Ai componenti del Comitato non
spetta alcun compenso. Agli eventuali rimborsi di spese si provvede
nel limite delle risorse allo scopo disponibili a legislazione
vigente iscritte nello stato di previsione del Ministero
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca.
Art. 8
Competenze delle regioni a statuto speciale
e delle province autonome
1. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale
e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in conformita' ai
rispettivi statuti e alle relative norme di attuazione nonche' alle
disposizioni del titolo V della parte seconda della Costituzione.
2. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente
legge, le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento
e di Bolzano provvedono a dare attuazione alle disposizioni della
legge stessa.
Art. 9
Clausola di invarianza finanziaria
1. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 4, comma 2,
dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla
osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 8 ottobre 2010
NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: Alfano
LAVORI PREPARATORI
Senato della Repubblica (atto n. 1006):
Presentato dalla sen. Vittoria Franco ed altri il 2 settembre
2008.
Assegnato alla commissione 7ª (Istruzione pubblica, beni
culturali), in sede referente, il 17 settembre 2008 con pareri delle
commissioni 1ª, 5ª, 11ª, 12ª e Questioni regionali.
Esaminato dalla 7ª commissione, in sede referente, il 24
settembre 2008; il l° e 14 ottobre 2008; il 5 novembre 2008;. il 3,
17 e 24 marzo 2009; l'8 aprile 2009; il 5 maggio 2009.
Assegnato nuovamente alla 7ª commissione, in sede deliberante, il
15 maggio 2009 con pareri delle commissioni 1ª, 5ª, 11ª, 12ª e
Questioni regionali.
Esaminato dalla 7ª commissione, in sede deliberante, ed approvato
in un testo unificato con l'atto n. 1036 (sen. Franco Asciutti ed
altri) il 19 maggio 2009.
Camera dei deputati (atto n. 2459):
Assegnato alla VII commissione (Cultura, scienza e istruzione),
in sede referente, il 26 maggio 2009 con i pareri delle commissioni
I, V, XI, XII e Questioni regionali.
Esaminato dalla VII commissione, in sede referente, il 24 giugno
2009; il 1º luglio 2009; 14, 15, 21, 28 ottobre 2009; il 24 febbraio
2010; 1'11, 12 e 20 maggio 2010.
Assegnato nuovamente alla VII commissione, in sede legislativa,
il 3 giugno 2010 con pareri delle commissioni I, V, XI, XII e
Questioni regionali.
Esaminato dalla VII commissione, in sede legislativa, ed
approvato, con modificazioni, il 9 giugno 2010.
Senato della Repubblica (atto n. 1006-1036-B):
Assegnato alla 7ª commissione (Istruzione pubblica, beni
culturali), in sede deliberante, il 24 giugno 2010 con pareri delle
commissioni 1ª, 5ª, 12ª e Questioni regionali.
Esaminato dalla 7ª commissione il 13 luglio 2010; il 15, 22 e 28
settembre 2010 ed approvato il 29 settembre 2010.

SGUARDI TENERI:

Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici. (Kahlil Gibran)

venerdì 29 ottobre 2010

DIEGO ARMANDO MARADONA

Scuola: cortei e flash mob in diverse città

Previste manifestazioni a Roma, Torino, Palermo e Siena. Fiaccolate notturne a Lecce e Bari

29 ottobre, 12:37
o
Un momento del corteo degli studenti medi di Roma contro la riforma Gelmini Un momento del corteo degli studenti medi di Roma contro la riforma Gelmini

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Studenti in piazza contro GERMINI
Cortei e flash mob in varie città: continua così la protesta nelle scuole. "Contestiamo gli otto miliardi di euro di tagli all'istruzione pubblica, il riordino delle scuole superiori che non fa altro che dequalificare la scuola pubblica e le minacce di privatizzazione" rende noto l'Unione degli studenti (Uds). "Siamo particolarmente allarmati - dicono - dai tagli previsti nella prossima manovra finanziaria, dai libri di testo per le scuole elementari fino alle borse di studio universitarie sembra che nulla venga risparmiato dalla mannaia di Tremonti". "Daremo vita a cortei e flash mob in molte città, a Roma il corteo partirà da Piramide e raggiungerà il ministero. Sono previsti cortei anche a Torino e Palermo. In alcune città gli studenti organizzeranno lezioni in piazza, come a Siena, o assemblee straordinarie nelle scuole come avverrà a Bari". A Lecce e Bari sono anche previste fiaccolate notturne che coinvolgeranno la cittadinanza. Il 30 gli studenti saranno a Napoli per "Un'eruzione di Pubblica Istruzione", la mobilitazione nazionale promossa dai precari della scuola. "Aderiamo - fanno sapere dall'UdS - non per semplice solidarietà ma perchè il problema della precarietà nella scuola e nell'università ci riguarda da vicino". Il 4 novembre scenderanno in piazza anche gli studenti di Genova e Milano. "Continueremo le proteste in tutto il paese - dichiara l'Uds - fino al 17 novembre, giornata internazionale degli studenti, in cui ci mobiliteremo in decine e decine di città e a livello internazionale".

mercoledì 27 ottobre 2010

Fiat/ La Marcegaglia: "Marchionne ha posto problemi veri"


Martedí 26.10.2010 15:30
"Fiat, la famiglia, John Elkann e Marchionne non hanno affatto detto che intendono lasciare l'Italia. Se un imprenditore decide di lasciare, chiude gli stabilimenti e basta, non va in televisione". Cosi' la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sulle polemiche seguite alle dichiarazioni dell'amministratore delegato di Fiat.
"A me e' sembrato che l'appello di Marchionne - prosegue Marcegaglia - sia a guardare i problemi dell'Italia, i problemi di produttivita' e competitivita', di cui noi spesso parliamo da molto tempo. Mi e' sembrato quindi piu' un appello a cercare di risolvere i problemi italiani, che sono effettivi e non riguardano solo Fiat ma tutte le imprese italiane".
Marcegaglia aggiunge anche un appello alla politica: "Questo non deve diventare motivo di scontro e divisione politica - spiega - ma invece dovrebbe diventare motivo per unire le forze e affrontare questi temi della produttivita', dalla ricerca e innovazione alle infrastrutture, alle relazioni sindacali sulle quali stiamo cercando di lavorare".
"La contrapposizione continua non risolve. La Fiom, che e' un grande sindacato, deve rendersi conto che siamo in un mondo diverso da quello del passato", aggiunge poi la presidente di Confindustria. "D'altra parte - prosegue - il nostro richiamo a sedersi ad un tavolo, anche con Fiom, e' una richiesta che facciamo continuamente. In altre aziende la Fiom sta venendo incontro a queste esigenze. E' importante che lo faccia anche con il primo gruppo industriale del Paese".
Di diverso parere il governatore della Puglia, Nichi Vendola. "Osserviamo che il fenomeno Marchionne diventa vittima della propria stessa audacia intellettuale. Le cose che ha detto sono venate da una specie di insensibilita' nei confronti della Patria. Insomma, Marchionne ha usato tono e argomenti spocchiosi, redarguito da tante parte della classe politica, tranne che dal circolo dei berluscones", ha detto il leader di Sel.
Più duro il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. ''Cosa sarebbe successo in Germania se l'amministratore delegato di un grande gruppo avesse parlato in televisione e non davanti al suo comitato di sorveglianza? In Germania lo avrebbero cacciato''. ''Non so - ha detto Epifani, tornando sull'intervento dell'Ad di Fiat a 'Che tempo che fa' - perche' Marchionne e' andato in Tv, a chi parla, alle sue controparti naturali o ai cittadini'? E se parla ai cittadini, la vertenza Fiat si risolve piu' facilmente o piu' difficilmente? La ricomposizione di un tavolo con la Fiom e' piu' facile o piu' difficile dopo questa esposizione mediatica? Avete mai visto - ha chiesto il leader della Cgil - una vertenza che si fa in televisione o sui giornali senza che ai tavoli preposti succeda qualcosa? E' questa assunzione di responsabilita', ci si puo' limitare ad andare in Tv? Si possono trattare cosi' le rappresentanze sindacali?''.
Secondo Epifani, ''quando Marchionne dice quel che dice non dice il falso, ma scambia la causa con gli effetti''. Infatti, ha rilevato, ''il problema non sono gli orari di lavoro, ma far crescere la qualita' di quel che la Fiat produce. Se ha 22 mila lavoratori in cassa integrazione non puo' chiudere con utili e se sono in Cig e' perche' non si vendono i suoi modelli sul mercato di oggi''.

domenica 24 ottobre 2010

Le cose che ho imparato nella vita

Le cose che ho imparato nella vita
(Paulo Coelho)
Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
Che non importa quando sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
Che solo perchè qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire ad un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte, guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
E' vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze, possono ingannare. Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fà sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti và, vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità? Ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.
Il miglior futuro? Basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.