sabato 28 agosto 2010

Messina, rissa in sala parto: gravi mamma e bimbo. Sospesi i medici

Messina, rissa in sala parto: gravi mamma e bimbo. Sospesi i medici

Messina - (Adnkronos) - I due ginecologi si sarebbero picchiati. Il litigio avrebbe causato un ritardo dell'intervento sanitario con conseguenti complicazioni per la donna e per il neonato. Entrambi sono ora ricoverati in prognosi riservata. L'ospedale: ''Non c'è rapporto tra la lite e le complicazioni''. Ma il marito replica: ''Prima mia moglie stava benissimo''. La Procura ha aperto un'inchiesta. Muore a Prato dopo il cesareo
A Messina una lite tra due medici in sala parto in ospedale avrebbe ritardato l'intervento sanitario con conseguenti complicazioni per una donna di 30 anni e per il bambino.


Mamma e bebè sono ora in prognosi riservata. Il marito della paziente, un 37enne messinese, ha presentato una denuncia ai carabinieri e la Procura ha già aperto un'inchiesta.

Secondo quanto dichiarato ai carabinieri dall'uomo, giovedì mattina due ginecologi si sono picchiati mentre la moglie era in attesa di partorire il suo primo figlio. Da verificare le condizioni del neonato ricoverato in Terapia intensiva neonatale. I carabinieri hanno avvisato il sostituto procuratore di turno Francesca Rende.

Intanto i due medici sono stati sospesi dall'attività ambulatoriale. L'ospedale della città siciliana nonstante sottolinei la "gravità del fatto", precisa però che "non c'è rapporto tra la lite e le complicazioni della donna sorte a prescindere dall'accaduto". All'origine della zuffa, scoppiata mentre kla puerpera era già sul lettino, ci sarebbero gelosie professionali.

"Siamo molto rammaricati per quanto avvenuto'', ha affermato Domenico Granese, direttore dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico di Messina. ''Ho sospeso i due medici dall'attività ambulatoriale. Ho inviato una lettera alla direzione sanitaria per comunicare la sospensione dei due medici che torneranno a lavorare solo quando la stessa direzione lo riterrà opportuno".

Intanto il marito della puerpera contesta le affermazioni dell'ospedale secondo cui la lite non c'entrerebbe con l'aggravarsi delle condizioni della moglie. "I medici dicono che è avvenuto tutto per cause naturali - si sfoga con l'ADNKRONOS Matteo Molonia - ma il tracciato era perfetto e prima della lite mia moglie stava bene".

"Adesso io voglio che venga fatta giustizia. Mia moglie ha avuto una emorragia perché i due medici hanno tardato l'intervento litigando. Successivamente le hanno dovuto asportare l'utero e ora è ricoverata in prognosi riservata. Mio figlio ha avuto due arresti cardiaci e ora è in coma farmacologico".

Molonia racconta: "Mia moglie è stata ricoverata mercoledì, stava bene e il tracciato era perfetto. E' entrata in sala parto alle 7.20 di giovedì e 10 minuti dopo i medici hanno iniziato la manipolazione. Poi i due dottori, uno il ginecolo di mia moglie e l'altro un medico dell'ospedale, sono arrivati a una colluttazione. Prima il diverbio era solo verbale poi sono arrivati alle mani". "La lite - spiega il marito - è scoppiata a causa di divergenze su come operare. Sembrerebbe che il medico di mia moglie volesse fare il cesareo mentre l'equipe di turno volesse optare per il parto naturale".

"Alle 9.10 -continua mia moglie è uscita dalla sala operatoria e mio figlio aveva già avuto un primo arresto cardiaco. Poi ne ha avuto un altro e così è stato sedato e messo in coma farmacologico. Mia moglie invece alle 10.30 è entrata di nuovo in sala operatoria a causa di una emorragia e le hanno asportato l'utero. Io ho subito chiamato i carabinieri e ho presentato denuncia per lesioni aggravate".

Il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando ha chiesto una relazione dettagliata urgente. "Ho già predisposto una richiesta di relazione su quanto accaduto al Policlinico di Messina, da inviare all'assessore regionale alla Sanità della Sicilia e al direttore generale del Policlinico messinese. Serve fare luce al più presto, perché se quello che sta emergendo è la verità ci troviamo di fronte a un caso di malaciviltà. Altro che malasanità".

Sulla vicenda è intervenuto anche l'assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo:"E' necessario fare chiarezza al più presto. Disporrò subito una verifica per far luce sui fatti'', ha affermato. ''Chiederò una relazione per capire cosa è accaduto in quella sala parto. Certo - sottolinea - se le cose sono andate davvero come sono riportate dai media i fatti sono estremamente gravi".

"Prima di dare un giudizio è bene aspettare che la magistratura faccia luce sulla vicenda. Certo, se dovessero emergere cattivi comportamenti dei medici questi vanno puniti", afferma Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).

"Al di là dell'episodio specifico - sottolinea Vittori all'Adnkronos Salute - è comunque necessario puntare tutte le energie sul potenziamento dei livelli di assistenza e qualità dei punti nascita italiani. Così come è importante - aggiunge - migliorare la qualità della formazione. Alzare gli standard insomma - conclude Vittori. Per assicurare alla paziente un'elevato livello di assistenza al parto".

Per trovare lavoro? “Ritornare ai diplomi”

Per trovare lavoro?
“Ritornare ai diplomi”


Le nuove strategie delle imprese, le figure più richieste e l’opacità del mercato del lavoro nell’intervista a Paolo Citterio, presidente e fondatore dell’associazione direttori risorse umane Gidp/Hrda

di FEDERICO PACE Dalla vostra indagine risulta che la gran parte delle imprese utilizza il proprio sito come il principale canale di "raccolta" delle candidature (il 59,62 per cento). Quali sono le ragioni? Ritiene che questo sia un'evoluzione positiva?
Le medio-grandi imprese, quelle che assumono ancora, investono molto sul proprio Intranet aziendale perché così riescono ad attrarre le migliori candidature gratuitamente e senza ricorrere a recruiter di professione e società di middle management. Utilizzare il sito è anche un’operazione di trasparenza. Le posizioni scoperte sono anche aperte ai loro dipendenti che ritengono di candidarsi per ricoprirle, evitando l'antipatica abitudine da parte di alcuni capi che sono a conoscenza delle ricerche ma non le comunicano ai propri collaboratori per paura di indebolire il proprio ufficio/dipartimento con vieto egoismo e miopia diffusa e perseguibile.
Ritiene che in Italia ci sia una certa opacità nel mercato del lavoro? I candidati ideali possono davvero venire a sapere quando si crea una nuova occasione sul mercato? Le imprese riescono sempre a "informare" il candidato ideale che si è creata la posizione per lui?
Nelle grandi città il fenomeno è meno avvertito, infatti dove vi sono validi uffici di Placement Universitari, le imprese sanno dove rivolgersi ed i laureati dove poter reperire impiego. Molto spesso sono anche le associazione degli imprenditori (a Milano, il mercato principale, è l'Assolombarda) a farsi parte diligente per far conoscere alle università le esigenze del mercato del lavoro.
Alcuni direttori del personale ci hanno raccontato che stanno trovando sempre più disponibilità da parte dei candidati a muoversi e trasferirsi. Lo conferma anche lei?
Certo. Vista la crisi non ancora superata, i candidati, loro malgrado, cercano occupazione non più nel circondario ma anche in altre città. L'alta velocità contribuisce poi a rendere più facili gli spostamenti avendo dimezzato i tempi di trasferimento tra le grandi città, pensiamo che le Ferrovie oggi consentono di raggiungere Milano da Bologna in 1 ora e dieci minuti, esattamente la metà del tempo che si spenderebbe con la propria autovettura.
E' quasi un paradosso, nonostante la crisi e l'incremento del numero significativo di persone alla ricerca di lavoro, e l’incremento generalizzato del numero di candidature, negli ultimi due anni a molte imprese è capitato di ricevere pochissime o nessuna candidatura per alcune posizioni. Come si spiega questo fenomeno?
La generazione dei genitori di oggi è la più abbiente mai conosciuta, temiamo però che sia l'ultima così ricca ed in grado di mantenere e seguire i figli negli studi universitari in Italia e per alcuni anche a riuscire a far frequentare e pagare costosissimi master all'estero. Le famiglie oggi coltivano il sogno di far sì che i propri rampolli conseguano una cultura superiore alla propria o che comunque siano dotati di strumenti culturali tali da privilegiarli onde consentir loro un impiego futuro sicuro. In questo modo però si sguarniscono gli istituti tecnici industriali e commerciali dai quali le imprese piccole e medie e gli istituti di credito attingono la forza impiegatizia. Mentre in Italia vi è un naturale bisogno di periti industriali, chimici,informatici ecc.ed anche di ragionieri, tecnici, infermieri o persone con diploma qualsiasi. Solo nella provincia di Milano si parla di 15.000 posizioni scoperte.
La richiesta principale dei candidati è la stabilità del contratto. Cosa che rimane molto difficile da offire da parte delle aziende (a maggior ragione ora). Ritiene che questo alla lunga possa creare qualche problema in termini di fiducia e legame tra neoassunto e impresa?
Ritengo sinceramente che in momenti come questi, dopo l'annus horribilis del 2009, i lavoratori si rendano conto che le imprese non possono offrire posizioni a tempo indeterminato per qualsiasi posizione. Dipende infatti dal carico di lavoro e commesse. La crisi sta diminuendo d'intensità ma vediamo che le imprese nel settore dell’energia, la Gdo, alcune farmaceutiche e le imprese meccaniche e chimiche che hanno ricevuto incarichi dall'estero, effettuano assunzioni a tempo indeterminato come un tempo. Per le altre rimanenti, solo l'uscita dalla crisi mondiale farà cambiare la tipologia contrattuale d'impiego e speriamo tutti che tale tempo non sia così lontano.
Ultime_notizie1

Le candidature con la crisi “Di più, ma troppi timori”

Le candidature con la crisi
“Di più, ma troppi timori”


L’incremento del numero dei candidati e l’eccessiva paura di ciascuno di loro. Come è cambiata la dinamica di contatto nel mondo del lavoro rispetto al passato dopo i lunghi mesi dei travagli economici. Intervista a Fulvio Ballarini, direttore globale per lo sviluppo e l’organizzazione del Gruppo Mossi & Ghisolfi, importante produttore di PET con 2.260 dipendenti di cui 500 in Italia

di Federico Pace
“C'è una maggiore spinta rispetto al passato. I giovani e i candidati cercano in tutti i modi di avere contatti con le aziende. Eppure poi, quando si va a approfondire, attraverso il processo di selezione, le persone mostrano tutta una serie di vincoli dovuti a "eccessiva paura". E' un quadro molto nitido che descrive la dinamica di contatto nel mondo del lavoro rispetto al passato. E' tutto caratterizzato da timore”. Così spiega Fulvio Ballarini, direttore globale per lo sviluppo e l’organizzazione del Gruppo M&G, produttore mondiale di resine polimeriche con 2260 dipendenti di cui 500 in Italia. “Anche chi è già impiegato ha molta paura a cambiare, e questo si traduce in maggiori pretese economiche e anche nell'esenzione del periodo di prova. Questa maggiore pretesa economica è critica per il direttore del personale perché si scontra con l'esigenza opposta del responsabile di linea che, rispetto al passato, tende a sottolineare gli aspetti richiesti fino al minimo dettaglio. E invece sul mercato queste figure non ci sono”.
State aprendo nuove selezioni?
Abbiamo avuto la possibilità di confermare degli scenari molto promettenti e per tanto abbiamo riattivato con urgenza una serie di canali di reclutamento che ci hanno portato anche a un inserimento di numero importante di persone. Tutte figure tecniche del business dell'ingegneria, parlo di figure come ingegneri di processo, ingegneri di progetto ma anche tutte le figure di supporto del mondo della ricerca e sviluppo che è stata oggetto di sviluppo organizzativo.
Quale tipo di contratti offrite ai candidati che scegliete?
Noi facciamo sempre più ricorso a tutte le opzioni di flessibilità che il mercato ci offre. Il rapporto tra a tempo determinato e a tempo indeterminato è di certo cambiato. Oggi tendiamo a offrire contratti a tempo determinato anche a figure esperte nel loro ambito professionale.
Ci sono posizioni o aree per cui avete ricevuto picchi di candidature?
C'è una buona disponibilità sul mercato di laureati in chimica. Meno invece per l'ingegnere chimico e ancora di meno, per la figura di diplomato tecnico. Una figura davvero difficile da reperire sul mercato.
Vi è capitato di riceverne pochissime?
Per le posizioni più specialistiche. Quelle di responsabilità di laboratori chimici, o in ambito ingegneristico, figure che non rientrano nella figura standard, come quelle dell'estimator, cioè quello che si occupa delle stime di progetto.
E quando non le trovate, cosa fate?
Selezioniamo persone con delle attitudini e delle basi scolastiche utili per intraprendere una crescita in quell'area funzionale. Cerchiamo di individuare figure magari già in pensione o comunque disponibili a rapporti di consulenza lunghi per accompagnare queste persone nel percorso professionale di nostro interesse.
Quale giudizio dà sulla qualità delle candidature che stanno arrivando in questi mesi?
Come skill importanti per la copertura della gran parte delle posizioni, come la conoscenza delle lingue straniere, dobbiamo dire che la situazione è rimasta immutata. Così anche per le competenze di base. Se è cambiato qualcosa è che mi trovo di fronte persone più abituate a sostenere dei colloqui. Sanno da dove partire e dove concludere. Sanno quali domande fare: l'eventuale riscontro, la modalità di inserimento e così via. Questo può esser dovuto al ruolo del mondo della somministrazione dove le persone devono sostenere un numero sempre più elevato di colloqui.
Quali errori frequenti ha invece riscontrato?
Noi chiediamo sempre di farci qualche domanda. Tipicamente otto persone su dieci, dicono "tutto chiaro, solo una curiosità..." questa è un premessa per una domanda che va al di fuori del perimetro di coerenza dell'argomento che si stava tratteggiando. Di fatto sono domande relative a vere e proprie curiosità. Difficilmente trovo una domanda che vada a insistere e approfondire i temi che stiamo trattando.
Vi riconoscete al momento della selezione un errore nei riguardi di chi avete selezionato in questi mesi?
Tanti errori. Su molti di questi abbiamo riflettuto con i responsabili di linea in questi mesi. Noi i colloqui per qualsiasi tipo di profilo li conduciamo con il responsabile del personale e il responsabile della funzione che ospiterà la persona. I responsabili di funzione hanno nel tempo solo privilegiato quasi in termini esclusivi la valutazione e l'approfondimento delle competenze tecniche. Ora sento più responsabili sottolineare la necessità, anche da parte loro, di indagare le dimensioni più proprie della persona che sono state molto importanti nel traghettamento della crisi dello scorso anno.


Protesta dei precari a Montecitorio "Niente elemosine. Assunzione

Protesta dei precari a Montecitorio
"Niente elemosine. Assunzione"

Davanti alla Camera anche una delegazione dalla Sicilia. Arrivata l'adesione della Flc-Cgil: "In serata ci sposteremo davanti al Miur". Il Cps: "In piazza per evitare qualsiasi tentativo di soluzione localistica e assistenziale"
 

Continuano le iniziative di protesta dei precari della scuola contro i tagli agli organici: un sit-in si sta tenendo nella Capitale, davanti Palazzo Montecitorio, dove è arrivata anche una delegazione di precari dalla Sicilia, docenti e personale Ata. Protestano contro i tagli degli organici previsti dalla riforma Gelmini. Ieri, una manifestazione è stata organizzata a Palermo in piazza Politeama, trasformata in un "cimitero", con tanto di tombe finte, fiori e lumini, per simboleggiare la morte della scuola pubblica. 

All'iniziativa romana partecipa anche Giacomo Russo, uno dei precari palermitani in sciopero della fame dal 17 agosto: "La mia - ha affermato - non è una battaglia dei precari della scuola, ma devo resistere per la scuola e il futuro dell'istruzione pubblica, perché questo governo non è capace di investire sulla conoscenza". L'operazione prevista dalla legge 133 "non ha alcun senso pedagogico. Si sono stabiliti dei tagli e i decreti successivi - ha aggiunto - sono serviti a sostenere quelle cifre. Ma perché si continua a finanziare la scuola privata?" Russo ha anche espresso la sua amarezza perché il sottosegretario all'Istruzione, Giuseppe Pizza, presente ieri a Palermo, "non si è degnato di chiederci di sospendere lo sciopero della fame". A questa forma di protesta estrema dell'astensione dal cibo ha aderito anche un'altra insegnante siciliana, Caterina Altamore, docente precaria delle elementari da 14 anni.

LE IMMAGINI DELLA PROTESTA

In piazza, nella Capitale, ci sono varie sigle sindacali: oggi, in particolare, è arrivata l'adesione dell'Rdb-Usb scuola. Ma soprattutto è presente la Flc-Cgil, l'organizzazione che nella scuola vanta il maggior numero di tessere. Il sindacato dei Lavoratori della conoscenza ha anche annunciato che "in serata la protesta si sposterà sotto la sede del Miur".

A Montecitorio il sit-in è animato anche da diverse associazioni e movimenti di settore, tra cui il coordinamento precari scuola di Roma: il Cps spiega che è in piazza "per evitare qualsiasi tentativo di soluzione localistica e assistenziale: non accettiamo elemosine (il riferimento è al decreto salva-precari che dovrebbe garantire circa metà dello stipendio ad almeno 20mila precari non confermati ndr) che servano a tirare a campare ancora un anno nel precariato, ma vogliamo l'assunzione a tempo indeterminato e il ritiro dei tagli".

Nel pomeriggio si riunisce l'Osservatorio permanente dei precari della scuola, per fare il punto della situazione e decidere ulteriori forme di lotta: l'obiettivo è anche organizzare un'attività di monitoraggio alle prossime convocazioni, per garantire la regolarità delle procedure, la trasparenza delle disponibilità e la non assegnazione di incarichi eccedenti le 18 ore previste dal contratto nazionale.

Secondo Francesco Cori, del Cps, a livello nazionale "sono a rischio più di 20 mila precari: per questo ci riuniamo, per verificare la regolarità delle convocazioni e fare pressioni sull'ufficio scolastico. Siamo pronti a rioccupare via Pianciani", dove sono collocati l'ufficio scolastico regionale e provinciale.

Intanto, prosegue la protesta a Palermo. Da oltre dieci giorni docenti e collaboratori scolastici stanno dando vita a un sit-in in via Praga, dove ha sede l'ufficio scolastico regionale. Manifestazioni e mobilitazioni anche a Catania, Trapani e Messina.

E a Pisa stamani c'è stato un blitz della Rete dei precari della scuola al liceo scientifico 'Ulisse Dini' di Pisa durante le nomine per le supplenze annuali. Davanti a circa 200 persone Andrea Moneta, rappresentante dei precari, ha interrotto le operazioni e srotolato uno striscione con la scritta "Scuola pubblica, bene comune". Per alcuni minuti ha poi illustrato i motivi della protesta per i tagli alla scuola pubblica ricordando che "sono stati cancellati 25.600 posti di docenti e 15 mila di Ata da aggiungere ai 42.100 docenti e 15 mila Ata già tagliati lo scorso anno".

Lettura