domenica 29 agosto 2010

Lite in sala parto, migliorano mamma e bimbo Indagati quattro medici e il primario del reparto

Messina.

Stanno meglio Laura Salpietro e il piccolo Antonio, nato al Policlinico di Messina dopo che i due ginecologi in sala parto hanno dato vita a una rissa. Nel pomeriggio la  Procura di Messina ha iscritto nel registro degli indagati cinque persone: i due medici al centro del caso, Antonio De Vivo e Vincenzo Benedetto, il responsabile dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia,  Domenico Granese, e i due sanitari che hanno portato a termine l'intervento. Sui presunti danni cerebrali del piccolo i sanitari effettueranno specifici esami. Il primario: "Quei due medici sono molto stimati"

Migliorano le condizioni di salute di Laura Salpietro, 30, anni e del figlio Antonio, nato nel Policlinico di Messina durante un diverbio finito a pugni tra due medici in sala parto. Sulla vicenda indaga la Procura di Messina che ha iscritto nel registro degli indagati i medici Antonio De Vivo e Vincenzo Benedetto, e il responsabile dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia, il professor Domenico Granese. Il Policlinico aveva già sospeso i due protagonisti della lite. In ospedale sono arrivati anche i carabinieri del Nas.

Il bollettino medico. La donna, alla quale è stato asportato l'utero per via di una emorragia subito dopo avere partorito, è uscita dalla prognosi riservata. "Sta meglio - dice Domenico Granese, direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia del Policlinico - e nei prossimi giorni sarà dimessa". Migliora anche il piccolo Antonio, venuto alla luce dopo due arresti cardiaci. Sui presunti danni cerebrali i sanitari effettueranno specifici esami.

Il padre. Secondo Matteo Molonia, padre del piccolo Antonio, la moglie e il figlio avrebbero subito danni in conseguenza della lite scoppiata tra i medici in sala parto. "Del nostro ginecologo abbiamo piena fiducia. Quando si è reso conto che mia moglie stava male ha proposto di fare subito il cesareo, ma gli è stato impedito. E' stato poi allontanato in malo modo dall'altro medico. Mia moglie è stata lasciata sola in una stanza per oltre quaranta minuti, poi l'ostetrica si è accorta di ciò che stava avvenendo", ha detto l'uomo.

Il medico. "Non ho aggredito nessuno, ma sono stato aggredito". A parlare è il ginecologo Vincenzo Benedetto, uno dei due medici coinvolto nella lite. Benedetto dà la sua versione dei fatti. Del collega De Vivo dice: "Lui comincia ad insultarmi e mi getta una sedia contro, non mi colpisce perché la sedia sbatte contro la scrivania e cade sul pavimento. Poi prima di andare via dà un pugno alla vetrata e si fa male. Io non l'ho aggredito, né strozzato come lui dichiara, difatti non ha segni né manifestazioni di aggressione se non quelli che si è procurato da solo con il pugno alla vetrata".

Il primario.  Racconta Domenico Granese, direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia del Policlinico: "Il collega più giovane non ha avvertito quello più anziano facendo l'induzione al travaglio di parto. Poi uno ha spinto l'altro e hanno litigato. Sono state comunque due teste calde, quello che è accaduto è inammissibile. Devo però dire che sono due ottimi professionisti, molto stimati da tutti. Il fatto comunque è accaduto nella pre-sala parto e non nella sala parto. Litigi ne avvengono spesso, tra i due c'era qualche ruggine, ma non doveva succedere in quel momento".

L'inchiesta. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Francesca Rende, per accertare se i due medici del Policlinico di Messina siano effettivamente responsabili di un eventuale ritardo nell'operazione che avrebbe determinato le gravi condizioni di salute della mamma e del bambino. I carabinieri hanno acquisito la cartella clinica della donna e altri documenti. Continuano gli interrogatori dei medici e del personale sanitario. Nel pomeriggio l'iscrizione al registro degli indagati dei tre medici

"Saremo inflessibili e in caso di accertata responsabilità prenderemo gli opportuni provvedimenti", ha detto l'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. "Intanto - ha aggiunto Russo - non posso che esprimere la mia solidarietà ai familiari coinvolti in questa assurda storia".

I carabinieri del Nas sono intanto giunti a Messina su disposizione della commissione nazionale di inchiesta sul servizio sanitario nazionale. Lunedì mattina arriverà anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio.

Fine della civiltà!!

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sabato 28 agosto 2010

Messina, rissa in sala parto: gravi mamma e bimbo. Sospesi i medici

Messina, rissa in sala parto: gravi mamma e bimbo. Sospesi i medici

Messina - (Adnkronos) - I due ginecologi si sarebbero picchiati. Il litigio avrebbe causato un ritardo dell'intervento sanitario con conseguenti complicazioni per la donna e per il neonato. Entrambi sono ora ricoverati in prognosi riservata. L'ospedale: ''Non c'è rapporto tra la lite e le complicazioni''. Ma il marito replica: ''Prima mia moglie stava benissimo''. La Procura ha aperto un'inchiesta. Muore a Prato dopo il cesareo
A Messina una lite tra due medici in sala parto in ospedale avrebbe ritardato l'intervento sanitario con conseguenti complicazioni per una donna di 30 anni e per il bambino.


Mamma e bebè sono ora in prognosi riservata. Il marito della paziente, un 37enne messinese, ha presentato una denuncia ai carabinieri e la Procura ha già aperto un'inchiesta.

Secondo quanto dichiarato ai carabinieri dall'uomo, giovedì mattina due ginecologi si sono picchiati mentre la moglie era in attesa di partorire il suo primo figlio. Da verificare le condizioni del neonato ricoverato in Terapia intensiva neonatale. I carabinieri hanno avvisato il sostituto procuratore di turno Francesca Rende.

Intanto i due medici sono stati sospesi dall'attività ambulatoriale. L'ospedale della città siciliana nonstante sottolinei la "gravità del fatto", precisa però che "non c'è rapporto tra la lite e le complicazioni della donna sorte a prescindere dall'accaduto". All'origine della zuffa, scoppiata mentre kla puerpera era già sul lettino, ci sarebbero gelosie professionali.

"Siamo molto rammaricati per quanto avvenuto'', ha affermato Domenico Granese, direttore dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico di Messina. ''Ho sospeso i due medici dall'attività ambulatoriale. Ho inviato una lettera alla direzione sanitaria per comunicare la sospensione dei due medici che torneranno a lavorare solo quando la stessa direzione lo riterrà opportuno".

Intanto il marito della puerpera contesta le affermazioni dell'ospedale secondo cui la lite non c'entrerebbe con l'aggravarsi delle condizioni della moglie. "I medici dicono che è avvenuto tutto per cause naturali - si sfoga con l'ADNKRONOS Matteo Molonia - ma il tracciato era perfetto e prima della lite mia moglie stava bene".

"Adesso io voglio che venga fatta giustizia. Mia moglie ha avuto una emorragia perché i due medici hanno tardato l'intervento litigando. Successivamente le hanno dovuto asportare l'utero e ora è ricoverata in prognosi riservata. Mio figlio ha avuto due arresti cardiaci e ora è in coma farmacologico".

Molonia racconta: "Mia moglie è stata ricoverata mercoledì, stava bene e il tracciato era perfetto. E' entrata in sala parto alle 7.20 di giovedì e 10 minuti dopo i medici hanno iniziato la manipolazione. Poi i due dottori, uno il ginecolo di mia moglie e l'altro un medico dell'ospedale, sono arrivati a una colluttazione. Prima il diverbio era solo verbale poi sono arrivati alle mani". "La lite - spiega il marito - è scoppiata a causa di divergenze su come operare. Sembrerebbe che il medico di mia moglie volesse fare il cesareo mentre l'equipe di turno volesse optare per il parto naturale".

"Alle 9.10 -continua mia moglie è uscita dalla sala operatoria e mio figlio aveva già avuto un primo arresto cardiaco. Poi ne ha avuto un altro e così è stato sedato e messo in coma farmacologico. Mia moglie invece alle 10.30 è entrata di nuovo in sala operatoria a causa di una emorragia e le hanno asportato l'utero. Io ho subito chiamato i carabinieri e ho presentato denuncia per lesioni aggravate".

Il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando ha chiesto una relazione dettagliata urgente. "Ho già predisposto una richiesta di relazione su quanto accaduto al Policlinico di Messina, da inviare all'assessore regionale alla Sanità della Sicilia e al direttore generale del Policlinico messinese. Serve fare luce al più presto, perché se quello che sta emergendo è la verità ci troviamo di fronte a un caso di malaciviltà. Altro che malasanità".

Sulla vicenda è intervenuto anche l'assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo:"E' necessario fare chiarezza al più presto. Disporrò subito una verifica per far luce sui fatti'', ha affermato. ''Chiederò una relazione per capire cosa è accaduto in quella sala parto. Certo - sottolinea - se le cose sono andate davvero come sono riportate dai media i fatti sono estremamente gravi".

"Prima di dare un giudizio è bene aspettare che la magistratura faccia luce sulla vicenda. Certo, se dovessero emergere cattivi comportamenti dei medici questi vanno puniti", afferma Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).

"Al di là dell'episodio specifico - sottolinea Vittori all'Adnkronos Salute - è comunque necessario puntare tutte le energie sul potenziamento dei livelli di assistenza e qualità dei punti nascita italiani. Così come è importante - aggiunge - migliorare la qualità della formazione. Alzare gli standard insomma - conclude Vittori. Per assicurare alla paziente un'elevato livello di assistenza al parto".

Per trovare lavoro? “Ritornare ai diplomi”

Per trovare lavoro?
“Ritornare ai diplomi”


Le nuove strategie delle imprese, le figure più richieste e l’opacità del mercato del lavoro nell’intervista a Paolo Citterio, presidente e fondatore dell’associazione direttori risorse umane Gidp/Hrda

di FEDERICO PACE Dalla vostra indagine risulta che la gran parte delle imprese utilizza il proprio sito come il principale canale di "raccolta" delle candidature (il 59,62 per cento). Quali sono le ragioni? Ritiene che questo sia un'evoluzione positiva?
Le medio-grandi imprese, quelle che assumono ancora, investono molto sul proprio Intranet aziendale perché così riescono ad attrarre le migliori candidature gratuitamente e senza ricorrere a recruiter di professione e società di middle management. Utilizzare il sito è anche un’operazione di trasparenza. Le posizioni scoperte sono anche aperte ai loro dipendenti che ritengono di candidarsi per ricoprirle, evitando l'antipatica abitudine da parte di alcuni capi che sono a conoscenza delle ricerche ma non le comunicano ai propri collaboratori per paura di indebolire il proprio ufficio/dipartimento con vieto egoismo e miopia diffusa e perseguibile.
Ritiene che in Italia ci sia una certa opacità nel mercato del lavoro? I candidati ideali possono davvero venire a sapere quando si crea una nuova occasione sul mercato? Le imprese riescono sempre a "informare" il candidato ideale che si è creata la posizione per lui?
Nelle grandi città il fenomeno è meno avvertito, infatti dove vi sono validi uffici di Placement Universitari, le imprese sanno dove rivolgersi ed i laureati dove poter reperire impiego. Molto spesso sono anche le associazione degli imprenditori (a Milano, il mercato principale, è l'Assolombarda) a farsi parte diligente per far conoscere alle università le esigenze del mercato del lavoro.
Alcuni direttori del personale ci hanno raccontato che stanno trovando sempre più disponibilità da parte dei candidati a muoversi e trasferirsi. Lo conferma anche lei?
Certo. Vista la crisi non ancora superata, i candidati, loro malgrado, cercano occupazione non più nel circondario ma anche in altre città. L'alta velocità contribuisce poi a rendere più facili gli spostamenti avendo dimezzato i tempi di trasferimento tra le grandi città, pensiamo che le Ferrovie oggi consentono di raggiungere Milano da Bologna in 1 ora e dieci minuti, esattamente la metà del tempo che si spenderebbe con la propria autovettura.
E' quasi un paradosso, nonostante la crisi e l'incremento del numero significativo di persone alla ricerca di lavoro, e l’incremento generalizzato del numero di candidature, negli ultimi due anni a molte imprese è capitato di ricevere pochissime o nessuna candidatura per alcune posizioni. Come si spiega questo fenomeno?
La generazione dei genitori di oggi è la più abbiente mai conosciuta, temiamo però che sia l'ultima così ricca ed in grado di mantenere e seguire i figli negli studi universitari in Italia e per alcuni anche a riuscire a far frequentare e pagare costosissimi master all'estero. Le famiglie oggi coltivano il sogno di far sì che i propri rampolli conseguano una cultura superiore alla propria o che comunque siano dotati di strumenti culturali tali da privilegiarli onde consentir loro un impiego futuro sicuro. In questo modo però si sguarniscono gli istituti tecnici industriali e commerciali dai quali le imprese piccole e medie e gli istituti di credito attingono la forza impiegatizia. Mentre in Italia vi è un naturale bisogno di periti industriali, chimici,informatici ecc.ed anche di ragionieri, tecnici, infermieri o persone con diploma qualsiasi. Solo nella provincia di Milano si parla di 15.000 posizioni scoperte.
La richiesta principale dei candidati è la stabilità del contratto. Cosa che rimane molto difficile da offire da parte delle aziende (a maggior ragione ora). Ritiene che questo alla lunga possa creare qualche problema in termini di fiducia e legame tra neoassunto e impresa?
Ritengo sinceramente che in momenti come questi, dopo l'annus horribilis del 2009, i lavoratori si rendano conto che le imprese non possono offrire posizioni a tempo indeterminato per qualsiasi posizione. Dipende infatti dal carico di lavoro e commesse. La crisi sta diminuendo d'intensità ma vediamo che le imprese nel settore dell’energia, la Gdo, alcune farmaceutiche e le imprese meccaniche e chimiche che hanno ricevuto incarichi dall'estero, effettuano assunzioni a tempo indeterminato come un tempo. Per le altre rimanenti, solo l'uscita dalla crisi mondiale farà cambiare la tipologia contrattuale d'impiego e speriamo tutti che tale tempo non sia così lontano.
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Le candidature con la crisi “Di più, ma troppi timori”

Le candidature con la crisi
“Di più, ma troppi timori”


L’incremento del numero dei candidati e l’eccessiva paura di ciascuno di loro. Come è cambiata la dinamica di contatto nel mondo del lavoro rispetto al passato dopo i lunghi mesi dei travagli economici. Intervista a Fulvio Ballarini, direttore globale per lo sviluppo e l’organizzazione del Gruppo Mossi & Ghisolfi, importante produttore di PET con 2.260 dipendenti di cui 500 in Italia

di Federico Pace
“C'è una maggiore spinta rispetto al passato. I giovani e i candidati cercano in tutti i modi di avere contatti con le aziende. Eppure poi, quando si va a approfondire, attraverso il processo di selezione, le persone mostrano tutta una serie di vincoli dovuti a "eccessiva paura". E' un quadro molto nitido che descrive la dinamica di contatto nel mondo del lavoro rispetto al passato. E' tutto caratterizzato da timore”. Così spiega Fulvio Ballarini, direttore globale per lo sviluppo e l’organizzazione del Gruppo M&G, produttore mondiale di resine polimeriche con 2260 dipendenti di cui 500 in Italia. “Anche chi è già impiegato ha molta paura a cambiare, e questo si traduce in maggiori pretese economiche e anche nell'esenzione del periodo di prova. Questa maggiore pretesa economica è critica per il direttore del personale perché si scontra con l'esigenza opposta del responsabile di linea che, rispetto al passato, tende a sottolineare gli aspetti richiesti fino al minimo dettaglio. E invece sul mercato queste figure non ci sono”.
State aprendo nuove selezioni?
Abbiamo avuto la possibilità di confermare degli scenari molto promettenti e per tanto abbiamo riattivato con urgenza una serie di canali di reclutamento che ci hanno portato anche a un inserimento di numero importante di persone. Tutte figure tecniche del business dell'ingegneria, parlo di figure come ingegneri di processo, ingegneri di progetto ma anche tutte le figure di supporto del mondo della ricerca e sviluppo che è stata oggetto di sviluppo organizzativo.
Quale tipo di contratti offrite ai candidati che scegliete?
Noi facciamo sempre più ricorso a tutte le opzioni di flessibilità che il mercato ci offre. Il rapporto tra a tempo determinato e a tempo indeterminato è di certo cambiato. Oggi tendiamo a offrire contratti a tempo determinato anche a figure esperte nel loro ambito professionale.
Ci sono posizioni o aree per cui avete ricevuto picchi di candidature?
C'è una buona disponibilità sul mercato di laureati in chimica. Meno invece per l'ingegnere chimico e ancora di meno, per la figura di diplomato tecnico. Una figura davvero difficile da reperire sul mercato.
Vi è capitato di riceverne pochissime?
Per le posizioni più specialistiche. Quelle di responsabilità di laboratori chimici, o in ambito ingegneristico, figure che non rientrano nella figura standard, come quelle dell'estimator, cioè quello che si occupa delle stime di progetto.
E quando non le trovate, cosa fate?
Selezioniamo persone con delle attitudini e delle basi scolastiche utili per intraprendere una crescita in quell'area funzionale. Cerchiamo di individuare figure magari già in pensione o comunque disponibili a rapporti di consulenza lunghi per accompagnare queste persone nel percorso professionale di nostro interesse.
Quale giudizio dà sulla qualità delle candidature che stanno arrivando in questi mesi?
Come skill importanti per la copertura della gran parte delle posizioni, come la conoscenza delle lingue straniere, dobbiamo dire che la situazione è rimasta immutata. Così anche per le competenze di base. Se è cambiato qualcosa è che mi trovo di fronte persone più abituate a sostenere dei colloqui. Sanno da dove partire e dove concludere. Sanno quali domande fare: l'eventuale riscontro, la modalità di inserimento e così via. Questo può esser dovuto al ruolo del mondo della somministrazione dove le persone devono sostenere un numero sempre più elevato di colloqui.
Quali errori frequenti ha invece riscontrato?
Noi chiediamo sempre di farci qualche domanda. Tipicamente otto persone su dieci, dicono "tutto chiaro, solo una curiosità..." questa è un premessa per una domanda che va al di fuori del perimetro di coerenza dell'argomento che si stava tratteggiando. Di fatto sono domande relative a vere e proprie curiosità. Difficilmente trovo una domanda che vada a insistere e approfondire i temi che stiamo trattando.
Vi riconoscete al momento della selezione un errore nei riguardi di chi avete selezionato in questi mesi?
Tanti errori. Su molti di questi abbiamo riflettuto con i responsabili di linea in questi mesi. Noi i colloqui per qualsiasi tipo di profilo li conduciamo con il responsabile del personale e il responsabile della funzione che ospiterà la persona. I responsabili di funzione hanno nel tempo solo privilegiato quasi in termini esclusivi la valutazione e l'approfondimento delle competenze tecniche. Ora sento più responsabili sottolineare la necessità, anche da parte loro, di indagare le dimensioni più proprie della persona che sono state molto importanti nel traghettamento della crisi dello scorso anno.