mercoledì 29 settembre 2010

IL DOPPIO SEGRETO 1927 Magritte Renè (XX secolo)

Ancora una volta il pittore interroga quella che noi chiamiamo la realtà. Sullo sfondo di un paesaggio marino, il viso impassibile di un uomo (o di un manichino di cera) è stato tranciato e spostato lentamente. La mascherina è stata proprio strappata, ma ciò che celava è ancora più misterioso e si rimane perplessi di fronte a quella ampia cavità delle pareti umide e scure, avvinte da sonagli ( probabilmente legati a ricordi infantili e che ritornano spesso nelle opere del pittore). Magritte svela il baratro che separe l’essere dalla sua apparenza e conferma che la realtà resta enigmatica. Nello stesso modo, l’occhio che contiene il cielo che sta osservando (il falso specchio), il vetro rotto della finestra(La clèf des champs) che continua a rimandare l’immagine del paesaggio, il dipinto (La Condition humaine) che nasconde il paeseggio che vorrebbe mostrare, ancora la sostituzione di personaggi del Balcon di Manet con bare (perspective) esprimono chiaramente il suo messaggio: bisogna diffidare dalle apparenze, degli oggetti reali, ma anche nelle immagini e dipinti. Magritte ha rinunciato alle seduzioni evidenti del suo mestiere : i colori senza velocità la tecnica accademica e fredda che si priva anche del brio enfatico di un Dalì. Il fascino di questa opera è dovuto essenzialmente a ciò che trasmette; si presenta come riflesso della vita apparentemente tranquilla, senza incidenti né drammi manifesti se non quello del suicidio  della madre, quando egli era appena quattordicenne.
Analisi stilistica (pittore belga)
RDG.

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