martedì 21 settembre 2010

Mimmo Paladino dona a San Patrignano la “Corale per Vincenzo”


Lunedí 20.09.2010 17:25

Per ricordare Vincenzo Muccioli è stata allestita anche una mostra fotografica. Grazie ad una cinquantina di foto, tra questi gli scatti di grandi fotoreporter come Mauro Galligani e Massimo Sestini, è possibile ripercorrere i suoi anni in comunità, dalle prime roulotte in cui venivano accolti gli ospiti alle foto dell’attuale villaggio, il tutto condito da quei sorrisi sotto i baffi e quegli abbracci carichi di energia che hanno fatto conoscere la sua immagine i tutto il nostro Paese. «Sono convinta che sarebbe stato contentissimo di questa mostra – ha affermato Antonietta, moglie di Vincenzo – Gli farebbe davvero piacere vedere quanto oggi sia apprezzata la sua opera. Ogni sua azione deve essere ricordata, perché è stato un grande educatore e ha davvero aperto una strada». A sostenere le sue parole anche Andrea, figlio di Vincenzo e oggi responsabile della comunità: «La sua grandezza è confermata dal fatto che Sanpa è ormai un punto di riferimento non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Ogni settimana delegazioni estere vengono a trovarci per scoprire il nostro metodo, certi ormai del fallimento del trattamento farmacologico contro la tossicodipendenza e di come solo una risposta educativa sia efficace contro la droga». Una comunità in cui il ricordo di Vincenzo è oggi più vivo che mai: «Lo sentiamo al nostro fianco tutti i giorni e per noi è davvero piacevole condividere un evento a lui dedicato anche se poi siamo convinti che il modo migliore per ricordarlo è  ascoltare, accogliere e accompagnare i tanti ragazzi che sono con noi e che arriveranno».
La mostra rimarrà aperta fino al 26 settembre, tutti i giorni dalle 15 alle 21:30.


Maria Antonietta Muccioli moglie di Vincenzo Muccioli all'inaugurazione della Mostra dedicata al marito (Fotografia di Roberto Masi)
LE IMMAGINI
Un'installazione lunga 40 metri in ricordo di Vincenzo Muccioli. E' sulla parete della sala da pranzo di San Patrignano che Mimmo Paladino, l'artista napoletano apprezzato in tutto il mondo per la sua creatività, ha realizzato l'opera dedicata al fondatore della comunità.

L'inaugurazione, alla presenza dei 1500 ragazzi della comunità e delle centinaia di persone che hanno scelto di salire sulla collina riminese, è avvenuta in occasione dell'anniversario della scomparsa di Vincenzo.

Un'opera che parla delle radici dell'uomo, ma anche di Vincenzo Muccioli, come spiega lo stesso Paladino: "L'ho voluta realizzare concretamente assieme ai ragazzi di Sanpa che così vi hanno messo l'energia della comunità, l'energia che si respira in questo posto e che altro non è che quella di Vincenzo. Io non l'ho conosciuto personalmente, ma credo che se fosse nato a Napoli, sarebbe sorto dalla lava del Vesuvio. La lava, l'insieme degli elementi, come una forza capace di scuotere la terra".

Come è nata l'idea di questa installazione? "Andrea (Muccioli, ndr) mi ha chiesto che cosa potevo fare per ricordare suo padre. Mi sono così subito domandato quale fosse il luogo principale della comunità e ho pensato che fosse la sala da pranzo, dove si incontrano l'anima e il corpo, dove i ragazzi possono riposarsi, rifocillarsi, ma anche confrontarsi su quella che è stata la loro giornata. Nell'antichità nei refettori si dipingeva l'ultima cena e questo vuole essere qualcosa di simbolico per chi vive ogni giorno questo luogo".
Quindi si tratta di un'ultima cena? "Direi di no, ho fatto solo un parallelo. L'ho chiamata "Corale per Vincenzo", perché è pensata esattamente come un pentagramma su cui si posizionano gli elementi dell'opera. Lo spartito è dato dalle linee rosse su cui io e i ragazzi della comunità abbiamo posizionato elementi come pane, pesci, bottiglie, scarpe e cappelli. Simboli umili e poveri che simboleggiano le radici dell'uomo, quelle di ogni ragazzo entrato qua, rappresentati a loro volta dai numeri che segnano simbolicamente quanti individui sono passati da questa comunità".
Sulla parete ha trovato casa anche la storica sedia su cui si sedeva Vincenzo. Come mai? "La prima volta che sono entrato in sala da pranzo sono stato molto incuriosito da quella sedia. Ho domandato se fosse quella di Vincenzo e così ho azzardato la richiesta ad Antonietta e ad Andrea di poterla utilizzare".


corale san patrignano
La corale di San Patrignano

Due giorni fa ha annunciato che il 2 ottobre a Napoli oscurerà l'opera che ha donato al San Carlo in segno di lutto a fronte della politica culturale della sua città. A San Patrignano invece ha deciso di scoprire la sua nuova installazione. E' stato convinto dall'idea della comunità che vede nella ricerca della bellezza un fondamento per il recupero dei ragazzi? "Diciamo che il fatto di coprire un'opera è per sollevare un dibattito a Napoli. Però sono assolutamente d'accordo con il principio che segue Sanpa. Se le città oggi avessero il senso del bello credo che ci sarebbero meno sofferenze rispetto a quanto non ce ne sono. La bellezza migliora le persone e mi dispiace davvero tanto che l'architettura contemporanea lavori soprattutto per il profitto, che è ciò che fa scadere la nostra società".

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