giovedì 23 settembre 2010

Milano, muore dopo parto trigemellare Il marito: i medici hanno aspettato troppo

Il decesso è avvenuto per una emeroggia dopo il cesareo
La procura milanese indaga per omicidio colposo

                  
MILANO (22 settembre) - Aperta una inchiesta per omicidio colposo dopo la per emorragia di una donna di 37 anni a poche ore dal parto cesareo di tre gemelli procreati con la fecondazione assistita. L’apertura del fascicolo è un atto necessario da parte del procuratore aggiunto di Milano, Nicola Cerrato, dopo la denuncia del marito per poter disporre gli accertamenti utili a capire se ci siano responsabilità mediche in merito all’accaduto.

Il parto è stato indotto
perché la donna, che viveva a Parabiago con il marito, giunta alla 34esima settimana di una gestazione difficile era passata a pesare da 50 a 74 chilogrammi. I tre gemelli sono nati ieri alle 12.26 e pesavano rispettivamente 2,2, 2,4 e 2,9 chilogrammi quando in genere, nel caso di parti trigemellari, i neonati raggiungono un peso tra gli 0,8 e 1,8 chili.

Secondo quanto denunciato dal padre dei piccoli, la moglie era rimasta a riposo negli ultimi cinque mesi come prescritto dal ginecologo di fiducia perché la gravidanza si presentava problematica. Ora il marito si chiede come mai si sia atteso così a lungo per indurre il parto, quando il medico gli aveva garantito che si poteva procedere già alla 28esima settimana di gestazione. A fine agosto, quando la moglie era alla 31esima settimana, era stato fissato il parto all’ospedale Sant’Anna di Como che aveva a disposizione tre incubatrici per i piccoli che sarebbero nati prematuri. Poi però, alla notizia che si sarebbero liberate quelle del Buzzi, la donna ha accettato di partorire a Milano.

Il parto, programmato per ieri, è avvenuto alle 12.26. Tuttavia intorno alle 14 la donna ha avuto un’emorragia e il medico che aveva appena effettuato il cesareo è intervenuto insieme ai colleghi con una nuova operazione per interromperla. Alle 18 la paziente ha avuto una crisi cardiaca ed è morta.

«Per farla partorire hanno aspettato fino alla trentaquattresima settimana, quando poteva già partorire alla ventottesima. Si potevano accorgere che la sua pancia era così grande». Così il marito della donna si è rivolto alle forze dell’ordine per denunciare l’episodio.

Gli inquirenti ora dovranno valutare se ci siano responsabilità da parte dei medici e capire se l’emorragia era prevedibile o meno.

Il caso della donna morta a Milano dopo un parto trigemellare, a seguito di una emorragia, è un caso raro ma purtroppo ancora oggi possibile: «si verificano da 2 a 12 casi di morte materna ogni 100 mila parti per cause diverse, tra cui anche l’emorragia» dice Antonio Bonaldi, il direttore sanitario dell’Ospedale Buzzi di Milano, dove è avvenuto il fatto. L’emorragia post-parto «è una complicazione che avviene con una certa frequenza, a prescindere dal tipo di parto - continua l’esperto - e che è difficile da gestire. Solitamente si riesce a farvi fronte, ma qualche volta purtroppo l’evento è drammatico».

Al momento, le prime indagini sembrano escludere una negligenza da parte dei medici. «Noi non abbiamo nulla da nascondere - prosegue Bonaldi - e abbiamo dato tutta la nostra disponibilità a collaborare per fare chiarezza. Noi stessi abbiamo avviato un’indagine interna approfondita. Nella nostra struttura si fanno 3.600 parti l’anno, la maggior parte dei quali sono complicati - conclude l’esperto - proprio perché siamo un ospedale ad alta specializzazione per questo tipo di casi. Purtroppo però la medicina non è infallibile, e non sempre si può evitare un evento drammatico come questo».

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