domenica 5 settembre 2010

Scuola, mangia male un bimbo su tre Ecco i nuovi menu per le mense Allarme obesità, le regole del ministero della Salute acqua del rubinetto e merende con yogurt o frutta

di Carla Massi
ROMA (25 agosto) - Prendiamo 100 bambini tra i 6 e gli 11 anni. Facciamo salire ognuno di loro sulla bilancia. Risultato: 12,3% sono obesi e 23,6% in sovrappeso. Come dire che un ragazzino su tre ha un’alimentazione sbagliata. Da rivedere, visto che regala chili di troppo. L’Istituto superiore di sanità (con il progetto “Okkio alla salute”) con il ministero della Salute sono andati ad indagare che cosa c’è nei piatti di questi bambini, come suddividono i pasti, di che cosa di abbuffano e cosa lasciano in frigorifero. Indagine che, alla vigilia della riapertura delle scuola, si legge attraverso le cifre sul peso, le scelte per la colazione, le merende, lo sport.

La vita a tavola di un milione di bambini dalle forme troppo grandi: l’11% non fa la prima colazione; il 28% la fa in maniera non adeguata; l’82% fa una merenda a scuola non corretta; il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano giornalmente frutta e verdura; solo un bambino su 10 ha un livello di attività fisica raccomandato per la sua età. E poi ancora numeri che disegnano un quotidiano fatto di eccessi di grassi e zuccheri, poco moto, tanta pigrizia e “intervalli golosi”. «Uno dei problemi veri - spiegano i ricercatori - è che circa quattro madri su dieci dei ragazzini in sovrappeso o obesi non ritengono che il loro figlio abbia un peso eccessivo rispetto alla propria altezza». Cifre e comportamenti da allarme: per questo durante il mese di agosto il ministero della Salute ha emanato le linee guida per la ristorazione a scuola. Indicazioni che, prima della riapertura delle scuole, le Regioni devono recepire e applicare.

Un dossier corposo ed elaborato che interessa gli asili, le scuole elementari e medie. «Che le famiglie, comunque - suggeriscono i nutrizionisti che hanno elaborato le tabelle - dovrebbero prendere a modello anche per i menù settimanali a casa». Sono stati cancellati i piatti etnici che in molte scuole erano entrati per far assaggiare nuovi sapori e lavorare sull’integrazione degli stranieri ma grande spazio alle ricette tipicamente italiane. Un programma settimanale bilanciato secondo calorie e quantità. A chi oserà chiedere una doppia porzione verrà detto no. Soprattutto se si tratta del primo piatto. In cucina ci devono essere attrezzi, cucchiai e mestoli, in grado di assicurare piatti con le grammature giuste per l’età dei bambini. “Ciascun utensile - si legge nelle linee guida - deve essere contrassegnato con un segno distintivo, in modo che la distribuzione possa procedere con un set di strumenti distinti sulla base del target di utenza”.

Quelli delle elementari dovranno mangiare meno di quelli delle medie. Alla scuola il compito di vigilare. Ancora un dettaglio che le cucine non devono dimenticare: “Mestoli, palette o schiumarole devono avere la capacità appropriata a garantire la porzione idonea con una sola presa”. Vediamo il menù dal primo alla frutta. Accanto alla porzione quotidiana di pasta (oppure riso, orzo e mais) e di pane, si propone l’alternanza di carne, pesce e uova come secondo piatto, una o due volte ogni sette giorni i legumi considerati come piatto unico se associati ai cereali. La pizza o la lasagna sono contemplate al massimo una vota a settimana. Tutti i giorni frutta e verdura rigorosamente di stagione, pochi salumi (due porzioni al mese). Frutta oppure yogurt o succhi senza zucchero aggiunto per merenda, spuntini “leggeri” e poco calorici e acqua a volontà. Preferibilmente di rubinetto.

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